Differenze tra Casa Albergo e RSA. L’accoglienza di anziani e famiglie a La Residenza di Malnate (VA)

• Le persone accolte: le persone che risiedono da noi hanno una vita sociale e culturale ricca, e, pur necessitando in parte di assistenza, sono ancora autonome in molte attività quotidiane (a differenza delle RSA che solitamente accolgono persone non autosufficienti). La problematica principale è l’età (94 anni la media dello scorso anno) e la situazione familiare: spesso si tratta di persone vedove o sole, che non gradiscono l’aiuto di assistenti familiari all’interno del loro domicilio. Per questo motivo molto spesso la scelta di entrare in struttura parte proprio da loro.

• Autonomia e indipendenza: Proprio perché i nostri residenti conservano gran parte delle loro autonomie, ci impegniamo perché possano gestire liberamente vari aspetti della loro vita quotidiana (come la scelta della camera e l’arredamento), mantenendo però sempre alta la sicurezza grazie alla presenza di infermieri, ASA, OSS e 2 mediche (2 volte alla settimana).

• Attività culturali e di socializzazione: le attività ricreative e culturali sono il nostro cuore. Offriamo una vasta gamma di esperienze, come ginnastica dolce, giochi cognitivi, lezioni universitarie, esperienze sensoriali (metaverso), gite culturali, presentazioni di libri, pittura, Tai Chi Chuan, per mantenere le persone anziane socialmente attive e coinvolte nella loro crescita culturale. Più in generale, anche in termini assistenziali puntiamo a mantenere viva l’identità di ogni persona, riconoscendo e valorizzando la sua storia, evitando ogni forma di standardizzazione.

• Periodo di prova: Offriamo un periodo di prova per consentire di testare la sistemazione senza impegno definitivo; un’opportunità che permette di valutare la qualità dei servizi prima di prendere una decisione.

• Personalizzazione della sistemazione: Una volta scelto di entrare nella nostra Casa, i residenti possono personalizzare la loro stanza, scegliendo arredamenti e decorazioni che riflettano i loro gusti e la loro identità.

• Domanda di ingresso: Per formalizzare l’ingresso, è sufficiente contattare il nostro servizio accoglienza, che guiderà nelle pratiche burocratiche, come la compilazione del contratto e la raccolta delle informazioni sanitarie necessarie.

«Mia madre è sempre stata molto riservata, non amava mettersi in mostra, ma in compenso aveva la rara capacità di saper ascoltare gli altri.

È stata indipendente e autonoma, orgogliosa di esserlo, e ha molto sofferto quando ha dovuto gradualmente rinunciare alle sue libertà.

Ha viaggiato tanto, ha coltivato interessi culturali come la musica e la letteratura e ha goduto della sua casa, adorava cucinare e curare i suoi fiori, ma un giorno è arrivato il momento della consapevolezza di non poter più gestire la sua quotidianità.

Abbiamo dovuto prenderne atto, sia lei che noi figli, e davvero non è stato facile.

Chi sta leggendo probabilmente sa quanta ansia porti questa situazione: si desidera il meglio per chi ci ha dato il meglio di sé!

Le alternative erano poche, dovendo escludere le nostre case con troppe scale.

Abbiamo trovato per un certo periodo una persona affidabile e premurosa, che però non avrebbe potuto abitare con la mamma.

Le tradizionali RSA che abbiamo visitato, seppur ben strutturate, si sono rivelate inadeguate rispetto alle nostre esigenze.

Racconto questo percorso perché è quello di molti figli, desiderosi di offrire ai propri genitori un futuro con prospettive di felicità e non di rassegnazione.

Un giorno si accende una luce.

Per una serie di incredibili “coincidenze astrali” vengo a conoscenza di un luogo che rispondeva a tutti i nostri sogni: la Fondazione La Residenza.

Chiedo un appuntamento e, da subito, capisco che è il posto giusto: un parco magnifico mi accoglie. La porta di ingresso si apre appena mi avvicino; entro e la musica dal vivo mi riempie il cuore di gioia. Il colloquio con la direttrice dimostra disponibilità e concretezza.

Da qui in poi si spalanca un nuovo mondo e la mamma, inizialmente un po’ cauta, si apre e si ambienta partecipando ad attività che la coinvolgono e la impegnano tutti i giorni in un fitto calendario.

Scopre lei stessa capacità che non sapeva di possedere, dai laboratori artistici – quello floreale in primis – alla redazione di recensioni per il periodico della Residenza in italiano (lei è di madrelingua francese).

È successo più volte che mi chiamasse per dirmi “non venire oggi pomeriggio, sono impegnata fino alle 18 e poi devo prepararmi per la cena”!

A tutto ciò si è aggiunta la premura del personale, attento alle esigenze e ai ritmi di ciascuno.

La mamma si è sentita accolta, ascoltata, protetta, ha soprattutto riconosciuto il privilegio di far parte di una comunità di coetanei che, ciascuno con il proprio vissuto, partecipa alla vita della collettività.

Ed è questo il valore più profondo che conserverò per sempre: l’essenza di un luogo dove vivono persone che non sono considerate come “vecchi in declino” ma, al contrario, come “diversamente giovani”, in grado di proseguire in piena attività il proprio percorso di vita.»