Il capitale più grande per le RSA che, al di là delle differenze,
sono tutte attraversate da un “mare di umanità”.
Sempre più spesso le persone entrano in RSA in una fase avanzata, quasi alla fine della vita. Ciò comporta la necessità per le organizzazioni di dotarsi di competenze specifiche in tema di accompagnamento. In quest'articolo, la narratrice di CURA Elisa Mencacci, psicologa e tanatologa, raccoglie la testimonianza di una parte dell’équipe della Fondazione Santa Augusta, a Conegliano (TV), da lei “accompagnata” nel riflettere sulle dimensioni della qualità del fine vita e sulla costruzione di un protocollo per “vivere l’ultimo pezzo di strada”.
Riuscire a essere professionisti che sanno mettere “la persona al centro” è fondamentale, ma non sempre accade in concreto. Allo scopo di accendere una riflessione, l’autore Luca Lodi propone due narrazioni di fantasia: nella prima si assiste a un incontro freddo tra curante e caregiver, dove il primo non tiene conto del ruolo e dei sentimenti della persona che ha di fronte. Nella seconda, invece, la caregiver e i sentimenti che porta con sé sono gli stessi, ma l’équipe riesce ad accoglierli, facendosi carico anche del peso che la famigliare porta con sé.
Ogni anno dal 2016 la Fondazione Casa Industria di Brescia organizza una vacanza al mare per un gruppo di anziani residenti in RSA o che frequentano il Centro Diurno. Si tratta di una settimana lontano dalla routine e dai minutaggi, in cui sono i desideri degli anziani a guidare il lavoro di professionisti e volontari, in un contesto di relazioni autentiche. Si promuove così concretamente un approccio centrato sulla persona, con ricadute positive non solo sulle persone anziane, ma anche sull'équipe, che rientra in struttura motivata e arricchita.
Linda è un’assistente sociale che accoglie ogni giorno anziani e famiglie nella sua RSA e da tempo osserva un fenomeno diffuso: molti figli caregiver tendono involontariamente a riferirsi a sé stessi come “genitori” dei propri cari. Dietro alle parole c’è un universo di senso e sentimenti che talvolta non vediamo: lì ci accompagna l’autrice, alla ricerca di una migliore comprensione nei riguardi del caregiver.
Diego Rodolfi è un giardiniere specializzato che si occupa della cura di spazi verdi all’interno delle RSA. La sua professione non è fatta solo di interventi specialistici, bensì anche di ascolto: la cura degli alberi in strutture sociosanitarie si trasforma spesso in un atto di relazione con i residenti, ricco di significati e reciprocità. Ecco come gli spazi verdi nelle RSA possono diventare luoghi di vita per tutti.
Da dove arriva la spinta a diventare volontario in una RSA? La testimonianza di Marco Signorelli, presidente dell'Associazione IRIS che opera presso Fondazione Casa Serena di Brembate Sopra (BG).
Due progetti messi in atto dalla Residenza Richelmy di Torino per favorire ascolto attivo e dialogo aperto con i cittadini, al fine di migliorare la comprensione e la narrazione del mondo delle RSA.
La storia delle difficoltà e dell'impegno di una struttura per riuscire a entrare in comunicazione con un residente di origini albanesi affetto da demenza, anche grazie alla presenza amorevole della figlia e all'aiuto di una mediatrice linguistica.
Perché è importante tornare a guardare a quanto è accaduto nel marzo-aprile 2020? Grazie al lavoro di ricostruzione storica a cura del Prof. Costanzo Ranci possiamo comprendere che cosa ci insegna oggi quanto è accaduto allora all’interno delle RSA.
Cosa fa il fisioterapista in RSA? Come possiamo comprendere il suo ruolo in un contesto così particolare? In quest'articolo la fisioterapista Elisa Zucchi chiarisce l'utilità di questa figura, spesso non adeguatamente compresa.