Esempi di progettualità europea applicata al contesto italiano.

Parte prima

Oscar Zanutto
Coordinatore ISRAA – FABER Fabbrica Europa, www.fabbricaeuropa.eu
Ambassador Treviso Aging2.0 Chapter https://www.aging2.com/treviso
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  1. Premessa
    Sono stati finanziati numerosi progetti europei sul tema del cambiamento demografico; il loro esame è utile per delineare alcune possibili vie che potrebbero essere percorse per affrontare costruttivamente un fenomeno che altrimenti avrà un impatto insostenibile per i sistemi di welfare.
    Alcune idee sviluppate e testate grazie a questi progetti nei paesi europei si caratterizzano per un grande potenziale, grazie ad un mix unico di innovazione sociale e tecnologica e soprattutto ad un approccio nuovo con cui elaborare soluzioni radicalmente diverse rispetto al passato. L’invecchiamento infatti, può essere inteso non solo come una minaccia, ma anche come una grande opportunità in termini di miglioramento della qualità delle cure per le popolazioni, maggiore efficienza e sostenibilità dei sistemi sociosanitari e sostegno alla crescita economica e al lavoro in Europa.

  1. Come l’innovazione e le iniziative europee possono aiutare a rispondere alla sfida demografica
    Nel 2011 la Commissione Europea ha lanciato un’importante iniziativa chiamando a raccolta gli esperti internazionali che operano del settore degli anziani all’interno dell’European Innovation Partnership on Active and Healthy Ageing (EIP – AHA).
    Nel documento frutto di questo lavoro (Blueprint to innovate health and care in Europe, European Commission https://ec.europa.eu/eip/ageing/blueprint_en) la strada indicata consiste in due livelli di azioni:
    Digitalizzare i processi di cura nell’home care, introducendo soluzioni per assistere e seguire la cura delle persone a distanza
    Valorizzare il potenziale di informazioni e di conoscenza dei segnali di criticità, legati alle variazioni dello stato di salute, grazie all’attivazione della rete informale che circonda la persona anziana costituita dai familiari, dal vicinato, dagli amici e dal volontariato, evitando così l’automatico ricorso ai servizi emergenziali sanitari altamente costosi e spesso incongrui rispetto all’entità dei bisogni della persona.
    Si tratta quindi di investire sullo spazio d’azione che si apre non appena si registra la comparsa di alcuni deboli segnali di variazione dello stato di salute dell’anziano, che, se opportunamente rilevati, possono prevedere una risposta celere e flessibile. Ciò è reso possibile dalle nuove tecnologie, organizzando una presa in carico che eviti l’aggravarsi delle fragilità della persona, consentendone il permanere più a lungo a casa propria all’interno di ciò che viene definito l’indipendent living.
    Inoltre, è utile considerare gli effetti positivi che questo cambio di paradigma apporterà sul versante economico. Infatti, oltre a garantire un adeguato livello di sostenibilità del sistema, la gestione integrata dell’invecchiamento, supportata dalla tecnologia, potrà contribuire in modo decisivo al sostegno della “silver economy”. Con questo termine si indicano le crescenti opportunità economiche derivanti dall’aumento della spesa pubblica e privata collegata all’invecchiamento della popolazione e ai bisogni degli over 50 (Growing the Silver Economy in Europe, European Commission).
    A fronte di questo scenario, il tema della sfida demografica compare in numerosi documenti europei, a partire dalle priorità individuate dalla strategia “EUROPA 2020”; il tema dell’invecchiamento si incontra trasversalmente sia in strategie elaborate dalla UE e dagli stakeholder più rilevanti, sia in specifici programmi di finanziamento.
  2. Il Progetto E.CA.R.E. per l’inclusione sociale e l’invecchiamento sostenibile
    Ad evidenza di ciò che si può concretamente implementare c’è il progetto E.CA.R.E. (Elderly home CAre Residential Engagement), finanziato nell’ambito del programma di cooperazione territoriale INTERREG V-A Italia Austria (https://ecareproject.eu/) dedicato alle istituzioni pubbliche.
    Il progetto, implementato da un consorzio guidato dall’Istituto per Servizi di Ricovero ed Assistenza agli Anziani (ISRAA) di Treviso, e composto dai centri di servizio per anziani SeRSA di Belluno, “Umberto I” di Pordenone e dall’Università Alpen Adria di Klagenfurt (AT), propone un percorso di inclusione sociale per le persone anziane che intendono apprendere come migliorare il proprio stile di vita per mantenersi sani nel tempo grazie all’utilizzo di alcune applicazioni tecnologiche che facilitano le relazioni con la propria comunità.
    L’obiettivo del progetto ECARE è l’analisi e l’applicazione di tecniche e strumenti di coinvolgimento della comunità abbinati all’uso delle tecnologie mobili per il monitoraggio remoto delle condizioni di salute. Lo scopo è ridurre l’isolamento sociale e le difficoltà psicologiche, fisiche e relazionali delle persone anziane che vivono nella propria abitazione o in un’abitazione messa loro a disposizione dalla pubblica amministrazione.
    Il modello di intervento previsto da ECARE si basa sul coinvolgimento della comunità (vicini di casa, amici, parenti, altre figure di riferimento interessate al benessere della persona anziana) e sulla creazione di nuove relazioni e interessi comuni. Ad esempio, una volta socializzati gli anziani residenti all’interno di un complesso condominiale o di area, dapprima sconosciuti, verranno stimolati a partecipare a gruppi di discussione tematici animati da un professionista socio sanitario che fa riferimento ai centri di servizio. Verranno proposte attività di movimento, uscite a valenza culturale socializzante tratte dalle occasioni locali proposte dalle municipalità e dagli attori culturali che potranno proporre tali eventi on-line all’interno di un portale dedicato agli anziani inclusi nel progetto. I risultati saranno valutati grazie a specifici indicatori di qualità della vita, su un’analisi costi/benefici e sull’effetto di riduzione della spesa per la produzione di servizi sociali e sanitari e su diversi strumenti per la valutazione dello stato di salute e della sua evoluzione. Essi saranno importanti affinché altre istituzioni possano replicare il modello di ECARE in altri contesti.
    3.1 L’inclusione dei cittadini
    Attualmente sono in corso le attività di inclusione, training e costruzione delle relazioni tra persone con più di 65 anni, che vivono sole nella loro abitazione.
    Grazie alla stretta collaborazione con le rispettive municipalità dei siti di Belluno, Pordenone e Treviso vengono ripetutamente proposti dei momenti di presentazione del progetto alla cittadinanza in collaborazione con la rete locale di stakeholders quali: parrocchie, associazioni, clubs, sindacati che facilitano l’accesso informativo al progetto verso gli utenti potenziali.
    Inoltre, un aspetto cruciale introdotto da ECARE, riguarda il reclutamento e formazione di cittadini disposti ad assumere il ruolo di volontari a sostegno degli anziani che vivono nei distretti urbani. I volontari hanno il compito di coinvolgere i diversi attori locali: negozianti, parrocchie, farmacie e altri soggetti nel segnalare gli anziani che vivono in condizioni di solitudine per invitarli agli eventi pubblici previsti dal progetto.
    A fronte di tali processi di attivazione sociale, si osserva la creazione di gruppi di incontro faccia a faccia con gli anziani, a livello di quartiere, all’interno dei quali viene svolta l’attività di formazione per l’adozione di uno stile di vita sano. Nel contempo verranno consegnati tablet, smart watch e altri dispositivi per l’auto-rilevazione di alcuni parametri sanitari per creare un collegamento sia con i centri servizi, partner di progetto, sia con l’intorno sociale costituito da vicinato, familiari e volontari con i quali potranno rimanere collegati on-line. In tal modo si affiancheranno dei gruppi di chat e scambio di contenuti e relazioni mediati dalla tecnologia e dalla moderazione sociale curata dai care manager afferenti ai centri servizi.
    3.2 La componente tecnologica del progetto

    La dimensione di mHealth (mobile Health) e di eHealth (electronic Health) che viene implementata nelle attività di costruzione di comunità di anziani mediate dai centri di servizio, consistono in un ecosistema informatico composto da:
    un tablet grazie al quale il fruitore può visionare l’andamento dei principali parametri di salute che a loro volta possono essere condivisi all’intero del proprio circuito familiare composto dai caregivers informali che aderiscono all’iniziativa e allo staff di cura dei centri di servizio. L’anziano fruisce inoltre della condivisione di comunicazioni via chat con le persone che entrano nel loro gruppo significativo.
    uno smartwatch grazie al quale piò accedere ai dei reminder, scambiare messaggistica con persone o gruppi di vicinato o di amici nonché interagire con tutti i soggetti che vorranno scaricare un’App dedicata che amici e familiari potranno installare sul loro smartphone. Mediante lo smartwatch è anche possibile effettuare delle telefonate, indipendentemente dalla presenza del telefono, attivare delle chiamate di allarme all’interno di una catena di soccorso personalizzata sulla base delle relazioni preferenziali espresse dal soggetto.
    all’occorrenza altri specifici strumenti di misurazione di peso, pressione, movimento e livelli di glicemia capaci di trasmettere automaticamente via Bluetooth le misurazioni acquisite in remoto al care manager afferente ai servizi. Tutto ciò nel rispetto delle scelte di privacy fatte circa i soggetti significativi che possono aiutare la persona in via ordinaria o in caso di situazioni d’emergeza.
    Lo staff dei servizi può accedere da remoto dal computer o in mobilità alle informazioni utili al monitoraggio degli anziani e, soprattutto, interagire videocomunicando con la persona per qualsiasi necessità. Ciò rappresenta uno strumento importante di innovazione che svolge una funzione di semplificazione operativa nel contempo offre una vicinanza ai fruitori che riduce le loro emozioni negative e la percezione di solitudine.
    Nella seconda parte di prossima pubblicazione si parlerà della componente tecnologica del progetto e se ne analizzerà l’impatto sociale.

About the Author: Oscar Zanutto

Coordinatore presso ISRAA e FABER Ambassador Treviso Aging 2 - Collabora con la rivista CURA come consulente editoriale

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