L’articolo racconta la storia di un miglioramento organizzativo importante per il momento dell’igiene alla Persona in RSA, avvenuto grazie a un particolare intreccio tra cultura della cura, ascolto degli operatori e tecnologia innovativa.
Si ringrazia Anna Ortolani, coordinatrice responsabile della CRA Cassiano Tozzoli, per aver condiviso questa testimonianza di Cura.
La città dei matti
Ci Troviamo alla CRA Cassiano Tozzoli, parte dell’ASP Circondario imolese, in quella Imola che si ricorda fieramente come la “Città dei matti”.
Qui, in qualche modo, il desiderio di andare oltre al vissuto manicomiale vive ancora e si fa il possibile per alimentare quotidianamente una cultura che riconosca la dignità della persona.
La stessa CRA è stata donata al territorio dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, con una serie di vincoli, tra cui quello di dedicarsi alle persone affette da demenza.
È qui, dunque, che risiede l’unico Nucleo Alzheimer del Circondario.
Tra queste mura si respira aria di sogno, ma anche l’opportunità di aver avuto risorse concrete per innovare davvero.
La fiducia nel servizio pubblico e nell’accreditamento è forte, probabilmente anche grazie alle scelte lungimiranti degli amministratori locali, che da oltre dieci anni destinano ai servizi territoriali parte dei budget comunali per tenere elevata la qualità, calmierando le rette e lavorando per mantenere equo l’accesso dei cittadini alle strutture.
Zone d’ombra: l’igiene alla Persona in RSA
In questo contesto cresce professionalmente la dottoressa Anna Ortolani, che muove i suoi primi passi da Assistente Sociale sul territorio, per divenire poi, subito dopo la pandemia, coordinatrice responsabile della CRA Tozzoli.
Una volta assunto l’incarico, fedele all’idea che la buona cultura vada sempre nutrita, inizia a guardarsi intorno insieme ai colleghi per cercare zone dove la dignità della persona resta ancora troppo in ombra.
Una di queste “zone d’ombra” è il momento del bagno e, più in generale, dell’igiene alla Persona.
Si tratta di un momento inevitabilmente molto delicato all’interno di una struttura che accoglie persone affette da patologie di tipo neurodegenerativo, specie se in fase avanzata.
Molte persone che vivono alla CRA Tozzoli infatti non sono più in grado di esprimere a parole dolore, fastidio o diniego.
Molte di loro, inoltre, risultano “accartocciate nell’ipertono” – come spiega Ortolani – a causa della malattia.
Ciò significa che si mostrano come bloccate in una postura rigida e spesso ripiegata su di sé, poiché i muscoli restano contratti anche a riposo(1).
Aprire le gambe alla persona in questa condizione per aiutarla a lavarsi non è solo molto difficile, ma significa quasi certamente anche provocarle fastidio o dolore.
E questo è ciò che, di rimando, può provocare fatica e dolore nel cuore dell’operatore che, quando è molto preparato, sa comprendere bene anche la comunicazione non verbale della Persona a cui porta la sua Cura.
Ascoltare gli operatori
«Io credo che un bravo coordinatore debba sempre impegnarsi a capire che cosa muove l’entusiasmo degli operatori», spiega Ortolani, «e questo è ciò che ho cercato di fare quando li ho visti tornare felici, guidati dalla RAA(2) Gabriella Vettolani, da una fiera in cui avevano scoperto Syren, un dispositivo a base d’acqua idro-molecolare che permette di lavare le persone direttamente a letto».
La coordinatrice prima ascolta chi è sul campo ogni giorno e poi si attiva lei stessa per prendere informazioni con attenzione, chiedendo a Incofar Healthcare Srl, distributore ufficiale per la Regione, di poter fare una prova in struttura del dispositivo Syren, prodotto dall’azienda Linaus Srl.
L’obiettivo è verificare che sia concretamente un prodotto che arriva per portare più dignità, ovvero capire se riesce davvero a illuminare il momento dell’igiene alla persona in RSA.
Le persone di Incofar, insieme a quelle di Linaus, si rendono subito disponibili a fare la prova.
La prova
«Per avere la conferma, gliel’ho fatto provare con le persone che hanno più difficoltà.
Lo abbiamo utilizzato con Marilena, persona chiusissima a causa dell’ipertono, e con Vanda, che di solito urla nel momento dell’igiene, quando entra in contatto con l’acqua.
È stato subito lampante come il vociare si riducesse».
Così, si decide di inserire Syren al secondo piano della CRA, dove vivono le persone più compromesse in termini sanitari.
«Da quel momento Il clima di entusiasmo tra i professionisti si è diffuso in modo tangibile, e non solo per la possibilità di fare il bagno più velocemente alle Persone».
I benefici portati in breve tempo, infatti, sono tanti e su diversi fronti.
«Per esempio, per citare un indicatore importante, abbiamo ridotto il tasso delle infezioni alle vie urinarie, che era comunque già basso.
Avevamo notato che di solito erano proprio le persone chiuse nell’ipertono a essere più inclini alle infezioni, probabilmente per un’igiene fatta poco bene da parte nostra, per le difficoltà di cui si diceva.
E i dati adesso ci dimostrano che si sono ridotte di oltre il 20%.
Ma non solo», conclude la dottoressa, «ora possiamo fare il bagno anche a persone che hanno subito operazioni o suture; senza Syren avremmo invece ‘saltato il bagno per prescrizione medica’.
E questo è un passo avanti per la dignità della Persona».
Oltre le fondamenta
La riduzione dei tempi, il minor impatto emotivo sull’operatore e i miglioramenti tangibili secondo indicatori di qualità assistenziale, sono oggi certamente elementi fondamentali per giudicare la validità di uno strumento per le RSA.
Accertate dunque le fondamenta di una novità, diventa poi possibile vederne gli effetti positivi che si diffondono nel tempo tra le mura di una Casa.
Alla CRA Tozzoli infatti non ci sono solo persone irrigidite nell’ipertono, ma anche altre che, “semplicemente”, non gradiscono essere spogliate o mostrarsi completamente senza vestiti.
Così come ci sono persone che non amano essere trasferite sulla barella doccia per andare al bagno assistito e preferiscono essere lavate a letto.
Syren aiuta anche loro, permettendo di esaudire anche questi desideri.
E ancora: Syren lascia più morbida la pelle e ha un odore buono, che nell’aria permane per tanto tempo.
Dunque, come racconta la dottoressa Ortolani, si è rivelato utile anche con persone portatrici di cute squamosa a causa dell’età, per le quali si è potuta utilizzare nel tempo meno crema.
Al contempo Syren è stato un ingrediente importante, insieme ad altri accorgimenti, per aiutare Giulia, Teresa e Ardea che hanno difficoltà ad addormentarsi, grazie alla sensazione di benessere che offre.
L’équipe sceglie infatti di utilizzarlo con loro proprio la sera, per aiutarle in questo senso.
Infine, quando un dispositivo è davvero capace di accompagnare profondamente nel cuore della Cura, generalmente non rimane inosservato neanche dai familiari.
Sono stati proprio loro infatti a notare il buon profumo che rimaneva nell’aria e in alcuni casi a chiedere, quasi paradossalmente, che venisse utilizzato anche con i loro cari, per quanto ancora dotati di autonomie(3).
Per una vita degna
Sono tanti gli scorci di eccellenza che colpiscono di questa storia.
Il primo è che la scelta non è stata fatta per correre ai ripari di un’emergenza di personale che manca, ma per dare ascolto – cioè Cura – ai professionisti.
D’altra parte, qui non c’è una situazione di reale allarme per carenza di personale, anche grazie ai tanti investimenti che l’ASP ha fatto nel tempo in favore delle Persone.
I professionisti sono quasi tutti dipendenti da Ente pubblico e, se l’accreditamento puro richiede 1 OSS per piano la notte, l’ASP sceglie di inserirne uno in più sempre presente che si muove tra i due piani a seconda delle esigenze.
Inoltre, uno degli obiettivi della Fondazione donatrice era che la CRA divenisse anche centro di formazione.
Qui dunque, in un clima di accoglienza che sa guardare alla persona, arrivano e vengono formati numerosi tirocinanti dell’équipe multi-professionale.
Il secondo aspetto notevole è il costante gioco di squadra tra professioni sociali e sanitarie, che emerge in modo palpabile dalle parole di Anna Ortolani.
Infine, va notato che tutto questo altro non è che l’eredità di una cultura di umanizzazione della psichiatria diffusasi nella città di Imola poco prima e in parallelo all’opera di Franco Basaglia.
Cassiano Tozzoli, a cui la CRA deve il nome, era proprio uno dei medici impegnati in questa direzione. Sono queste le basi che fanno anche sì, per esempio, che la struttura sia oggi a contenzione zero.
Ed è fonte di speranza sapere che qui, a Imola città dei matti – in assenza di una cura definitiva per Alzheimer e altre forme di demenza – esistono ancora Persone che lavorano per far sì che tutti possano vivere una vita degna di essere chiamata tale.
Note
- Ipertono significa infatti letteralmente aumento del tono muscolare (Treccani)
- Acronimo che sta per Responsabile Attività Assistenziali: figura che in Emilia Romagna organizza e coordina il lavoro degli operatori sociosanitari.
- Ricordiamo che gli operatori preparati fanno il possibile per preservare le autonomie delle persone, impegnandosi ad accompagnarle in doccia in questo caso.
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L’articolo racconta la storia di un miglioramento organizzativo importante per il momento dell’igiene alla Persona in RSA, avvenuto grazie a un particolare intreccio tra cultura della cura, ascolto degli operatori e tecnologia innovativa.
Si ringrazia Anna Ortolani, coordinatrice responsabile della CRA Cassiano Tozzoli, per aver condiviso questa testimonianza di Cura.
La città dei matti
Ci Troviamo alla CRA Cassiano Tozzoli, parte dell’ASP Circondario imolese, in quella Imola che si ricorda fieramente come la “Città dei matti”.
Qui, in qualche modo, il desiderio di andare oltre al vissuto manicomiale vive ancora e si fa il possibile per alimentare quotidianamente una cultura che riconosca la dignità della persona.
La stessa CRA è stata donata al territorio dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, con una serie di vincoli, tra cui quello di dedicarsi alle persone affette da demenza.
È qui, dunque, che risiede l’unico Nucleo Alzheimer del Circondario.
Tra queste mura si respira aria di sogno, ma anche l’opportunità di aver avuto risorse concrete per innovare davvero.
La fiducia nel servizio pubblico e nell’accreditamento è forte, probabilmente anche grazie alle scelte lungimiranti degli amministratori locali, che da oltre dieci anni destinano ai servizi territoriali parte dei budget comunali per tenere elevata la qualità, calmierando le rette e lavorando per mantenere equo l’accesso dei cittadini alle strutture.
Zone d’ombra: l’igiene alla Persona in RSA
In questo contesto cresce professionalmente la dottoressa Anna Ortolani, che muove i suoi primi passi da Assistente Sociale sul territorio, per divenire poi, subito dopo la pandemia, coordinatrice responsabile della CRA Tozzoli.
Una volta assunto l’incarico, fedele all’idea che la buona cultura vada sempre nutrita, inizia a guardarsi intorno insieme ai colleghi per cercare zone dove la dignità della persona resta ancora troppo in ombra.
Una di queste “zone d’ombra” è il momento del bagno e, più in generale, dell’igiene alla Persona.
Si tratta di un momento inevitabilmente molto delicato all’interno di una struttura che accoglie persone affette da patologie di tipo neurodegenerativo, specie se in fase avanzata.
Molte persone che vivono alla CRA Tozzoli infatti non sono più in grado di esprimere a parole dolore, fastidio o diniego.
Molte di loro, inoltre, risultano “accartocciate nell’ipertono” – come spiega Ortolani – a causa della malattia.
Ciò significa che si mostrano come bloccate in una postura rigida e spesso ripiegata su di sé, poiché i muscoli restano contratti anche a riposo(1).
Aprire le gambe alla persona in questa condizione per aiutarla a lavarsi non è solo molto difficile, ma significa quasi certamente anche provocarle fastidio o dolore.
E questo è ciò che, di rimando, può provocare fatica e dolore nel cuore dell’operatore che, quando è molto preparato, sa comprendere bene anche la comunicazione non verbale della Persona a cui porta la sua Cura.
Ascoltare gli operatori
«Io credo che un bravo coordinatore debba sempre impegnarsi a capire che cosa muove l’entusiasmo degli operatori», spiega Ortolani, «e questo è ciò che ho cercato di fare quando li ho visti tornare felici, guidati dalla RAA(2) Gabriella Vettolani, da una fiera in cui avevano scoperto Syren, un dispositivo a base d’acqua idro-molecolare che permette di lavare le persone direttamente a letto».
La coordinatrice prima ascolta chi è sul campo ogni giorno e poi si attiva lei stessa per prendere informazioni con attenzione, chiedendo a Incofar Healthcare Srl, distributore ufficiale per la Regione, di poter fare una prova in struttura del dispositivo Syren, prodotto dall’azienda Linaus Srl.
L’obiettivo è verificare che sia concretamente un prodotto che arriva per portare più dignità, ovvero capire se riesce davvero a illuminare il momento dell’igiene alla persona in RSA.
Le persone di Incofar, insieme a quelle di Linaus, si rendono subito disponibili a fare la prova.
La prova
«Per avere la conferma, gliel’ho fatto provare con le persone che hanno più difficoltà.
Lo abbiamo utilizzato con Marilena, persona chiusissima a causa dell’ipertono, e con Vanda, che di solito urla nel momento dell’igiene, quando entra in contatto con l’acqua.
È stato subito lampante come il vociare si riducesse».
Così, si decide di inserire Syren al secondo piano della CRA, dove vivono le persone più compromesse in termini sanitari.
«Da quel momento Il clima di entusiasmo tra i professionisti si è diffuso in modo tangibile, e non solo per la possibilità di fare il bagno più velocemente alle Persone».
I benefici portati in breve tempo, infatti, sono tanti e su diversi fronti.
«Per esempio, per citare un indicatore importante, abbiamo ridotto il tasso delle infezioni alle vie urinarie, che era comunque già basso.
Avevamo notato che di solito erano proprio le persone chiuse nell’ipertono a essere più inclini alle infezioni, probabilmente per un’igiene fatta poco bene da parte nostra, per le difficoltà di cui si diceva.
E i dati adesso ci dimostrano che si sono ridotte di oltre il 20%.
Ma non solo», conclude la dottoressa, «ora possiamo fare il bagno anche a persone che hanno subito operazioni o suture; senza Syren avremmo invece ‘saltato il bagno per prescrizione medica’.
E questo è un passo avanti per la dignità della Persona».
Oltre le fondamenta
La riduzione dei tempi, il minor impatto emotivo sull’operatore e i miglioramenti tangibili secondo indicatori di qualità assistenziale, sono oggi certamente elementi fondamentali per giudicare la validità di uno strumento per le RSA.
Accertate dunque le fondamenta di una novità, diventa poi possibile vederne gli effetti positivi che si diffondono nel tempo tra le mura di una Casa.
Alla CRA Tozzoli infatti non ci sono solo persone irrigidite nell’ipertono, ma anche altre che, “semplicemente”, non gradiscono essere spogliate o mostrarsi completamente senza vestiti.
Così come ci sono persone che non amano essere trasferite sulla barella doccia per andare al bagno assistito e preferiscono essere lavate a letto.
Syren aiuta anche loro, permettendo di esaudire anche questi desideri.
E ancora: Syren lascia più morbida la pelle e ha un odore buono, che nell’aria permane per tanto tempo.
Dunque, come racconta la dottoressa Ortolani, si è rivelato utile anche con persone portatrici di cute squamosa a causa dell’età, per le quali si è potuta utilizzare nel tempo meno crema.
Al contempo Syren è stato un ingrediente importante, insieme ad altri accorgimenti, per aiutare Giulia, Teresa e Ardea che hanno difficoltà ad addormentarsi, grazie alla sensazione di benessere che offre.
L’équipe sceglie infatti di utilizzarlo con loro proprio la sera, per aiutarle in questo senso.
Infine, quando un dispositivo è davvero capace di accompagnare profondamente nel cuore della Cura, generalmente non rimane inosservato neanche dai familiari.
Sono stati proprio loro infatti a notare il buon profumo che rimaneva nell’aria e in alcuni casi a chiedere, quasi paradossalmente, che venisse utilizzato anche con i loro cari, per quanto ancora dotati di autonomie(3).
Per una vita degna
Sono tanti gli scorci di eccellenza che colpiscono di questa storia.
Il primo è che la scelta non è stata fatta per correre ai ripari di un’emergenza di personale che manca, ma per dare ascolto – cioè Cura – ai professionisti.
D’altra parte, qui non c’è una situazione di reale allarme per carenza di personale, anche grazie ai tanti investimenti che l’ASP ha fatto nel tempo in favore delle Persone.
I professionisti sono quasi tutti dipendenti da Ente pubblico e, se l’accreditamento puro richiede 1 OSS per piano la notte, l’ASP sceglie di inserirne uno in più sempre presente che si muove tra i due piani a seconda delle esigenze.
Inoltre, uno degli obiettivi della Fondazione donatrice era che la CRA divenisse anche centro di formazione.
Qui dunque, in un clima di accoglienza che sa guardare alla persona, arrivano e vengono formati numerosi tirocinanti dell’équipe multi-professionale.
Il secondo aspetto notevole è il costante gioco di squadra tra professioni sociali e sanitarie, che emerge in modo palpabile dalle parole di Anna Ortolani.
Infine, va notato che tutto questo altro non è che l’eredità di una cultura di umanizzazione della psichiatria diffusasi nella città di Imola poco prima e in parallelo all’opera di Franco Basaglia.
Cassiano Tozzoli, a cui la CRA deve il nome, era proprio uno dei medici impegnati in questa direzione. Sono queste le basi che fanno anche sì, per esempio, che la struttura sia oggi a contenzione zero.
Ed è fonte di speranza sapere che qui, a Imola città dei matti – in assenza di una cura definitiva per Alzheimer e altre forme di demenza – esistono ancora Persone che lavorano per far sì che tutti possano vivere una vita degna di essere chiamata tale.
Note
- Ipertono significa infatti letteralmente aumento del tono muscolare (Treccani)
- Acronimo che sta per Responsabile Attività Assistenziali: figura che in Emilia Romagna organizza e coordina il lavoro degli operatori sociosanitari.
- Ricordiamo che gli operatori preparati fanno il possibile per preservare le autonomie delle persone, impegnandosi ad accompagnarle in doccia in questo caso.
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