I meccanismi della memoria spiegati da Mauro Cauzer, psicoterapeuta. In un articolo precedente abbiamo parlato di come l’utilizzo della filastrocca aiuti a muovere ricordi a lungo termine. Perché succede? Come avviene il processo di consolidamento dei ricordi a lungo termine?

Di Mauro Cauzer, psicoterapeuta.

I meccanismi della memoria

Hermann Ebbinghaus (1885) fu il primo studioso a tentare di spiegare quali fossero i meccanismi della memoria e le cause della ritenzione o della dimenticanza dei ricordi. In seguito gli psicologi hanno effettuato ricerche sulla funzione della memoria e hanno notato che l’azione del ricordare coinvolge circuiti specifici del cervello che influiscono su particolari zone neurologiche.

Apprendimento: processo intenzionale o emotivo?

In particolare Panksepp considera la memoria un meccanismo legato all’apprendimento in cui è centrale il concetto di “consolidamento”, che è il nome che viene dato ai complessi processi cerebrali che

trasformano le esperienze fugaci in ricordi a breve termine, prima, e in ricordi a lungo termine, poi, dopo che quelle esperienze si sono ripetute alcune volte.

Jaak Panksepp

Ma questo autore mette in discussione il fatto che memoria e apprendimento siano considerati dei processi intenzionali in quanto la maggior parte dell’apprendimento nell’uomo avviene quando sono coinvolti dei forti sentimenti e non per l’intervento dell’intenzionalità.

https://www.rivistacura.it/ti-canto-una-filastrocca/

Apprendimento emotivo

L’apprendimento emotivo è quello che “coinvolge l’acquisizione di una risposta emotiva a un’esperienza che in precedenza era neutrale”, mentre la memoria emotiva è “la conservazione di tali risposte nel tempo”.

Le neuroscienze hanno confermato che esiste un nesso fondamentalmente biologico che sta alla base del meccanismo di connessione tra emozione da una parte e conservazione e recupero dei ricordi dall’altra.

Questo avviene perché il nostro cervello predilige e conserva in modo più efficace ricordi emozionalmente pregni e significativi, per cui la valenza emozionale delle esperienze che viviamo quotidianamente viene registrata dalla amigdala e passata all’ippocampo che conserva il ricordo.

I ricordi emotivi possono essere pensati alla stregua di un diario interiore che registra il nostro sviluppo nel corso della vita e genera la nostra identità.

La filastrocca muove la memoria a lungo termine

Allora la rievocazione delle filastrocche così cariche di ricordi affettivi, se situata in una situazione relazionale positiva avrà il potere di smuovere la memoria a lungo termine anche in persone con deterioramento cognitivo.

Il buon funzionamento deriva dalla condivisione emotiva con il terapeuta, che aiuta l’espressione affettiva della persona e gli ridà il piacere di funzionare perché le parole riprendono un senso soltanto nella misura in cui sono legate a un affetto che così ha il valore di una matrice del pensare. La vita mentale rudimentale della persona deteriorata, caratterizzata in questo modo dalla creazione di questa connessione, diventa una nuova produzione del pensare. L’insieme del risveglio affettivo rianima un’organizzazione latente, stimola la rinascita di un pensiero, un ritorno del significato che trova le sue radici nella memoria affettiva.

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