Un Progetto intergenerazionale nato dalla collaborazione tra la scuola superiore del Bazoli Polo di Desenzano e la Fondazione Casa di Soggiorno per Anziani Onlus di Bedizzole (BS), che si è concretizzato nello sviluppo di un Project Work sull’invecchiamento e sull’anziano, passando per le risorse e le fragilità di questa specifica fase della vita.
Dall’idea al project work
La collaborazione tra la scuola superiore Bazoli Polo di Desenzano e la Fondazione Casa di Soggiorno per Anziani Onlus di Bedizzole (BS), è nata grazie all’impegno congiunto della dottoressa Francesca Fabbri (psicologa) che negli anni passati aveva già lavorato con loro attraverso la tematica dell’invecchiamento attivo e dell’attività sportiva negli anziani.
Grazie a questo collante e alla disponibilità incontrata con le professoresse Elena Conti e Stefania Nicolosi dell’istituto superiore Luigi Bazoli – Marco Polo di Desenzano, tale conoscenza si è potuta concretizzare in un entusiasmante project work, il cui focus principale è stato l’invecchiamento e il mondo dell’anziano con le sue risorse e con le sue fragilità.
Primo incontro intergenerazionale: la RSA presentata agli studenti
Le fasi del progetto hanno previsto due momenti di incontro, ovvero due momenti formativi che si sono tenuti nel bellissimo auditorium del Bazoli Polo di Desenzano del Garda.
Venerdì 1° marzo 2024 Massimo Paderno, direttore dei servizi sanitari della RSA di Bedizzole, Stefania Bonini, educatrice, e Luisa Ledda, Operatrice OSS, hanno coinvolto – nel corso di un’appassionante esposizione – gli studenti delle classi terze che hanno partecipato al progetto.
Insieme a loro hanno partecipato alcuni dei residenti della Casa per Anziani di Bezzole, che con alcune loro testimonianze hanno sia divertito sia commosso l’intera platea di giovani.
Secondo incontro: presentazione dei project work
Nel secondo momento, che si è svolto venerdì 8 Marzo, sono stati gli studenti del Bazoli Polo a prendere parola, e per esporre e presentare i lavori messi a punto nella settimana dedicata al progetto.
I lavori del project work hanno avuto un focus specifico richiesto dalla equipe psico-educativa della RSA di Bedizzole, e in particolare si sono concentrati sulla stimolazione cognitiva e sensoriale rivolta ai residenti della struttura.
I prodotti finali hanno ricevuto il plauso e un’accoglienza molto positiva – per l’originalità e per la cura con cui sono stati sviluppati – da tutto il personale della RSA presente all’incontro.
Progetti intergenerazionali per una nuova concezione della vecchiaia
Promuovere l’invecchiamento attivo della popolazione anziana e limitare l’isolamento sociale sono gli obiettivi verso cui si muovono alcune politiche sociali messe in atto negli ultimi anni, e promosse attraverso vari strumenti. Primi fra tutti i progetti intergenerazionali.
Tali progetti partono da ricerche sociologiche che analizzano il cambiamento sociale e antropologico in atto non solo nel nostro Paese, ma a livello internazionale.
Il progressivo invecchiamento della popolazione comporta un cambio di prospettiva rispetto alla vecchiaia, che non è più vista come una fase stagnante e passiva della vita, ma – al contrario – come un periodo che può essere vissuto in maniera appagante, in cui la persona può ancora apportare il proprio contributo alla società.
I progetti intergenerazionali hanno lo scopo di creare relazioni tra le generazioni. Anziani, insieme a giovani e giovanissimi possono stabilire un contatto attraverso progetti pensati per favorire la solidarietà e il benessere dei soggetti coinvolti, che possono trarre arricchimento reciproco da questi momenti di condivisione.
Contrastare gli stereotipi e l’isolamento sociale
Gli anziani stanno assumendo un ruolo diverso nella società. Un cambiamento che, vista la rapidità e la portata, richiede una attivazione concreta da parte delle istituzioni, al fine di indirizzare al meglio un potenziale che altrimenti andrebbe sprecato.
Esistono diverse tipologie di progetti e attività che promuovono l’intergenarazionalità ovvero la solidarietà tra generazioni. L’obiettivo è quello di migliorare la salute, l’indipendenza della persona anziana attraverso percorsi che ne favoriscano l’inclusione sociale.
L’anziano integrato nella società è una persona che ha vissuto e che mette a disposizione tutto il suo sapere, senza che vada disperso.
Contro gli stereotipi, la paura e l’indifferenza.
La diversità come forma di arricchimento reciproco
Un progetto intergenerazionale si fonda su un’idea di convivenza che valorizza le diversità come forma di arricchimento reciproco.
Ci sono realtà – all’apparenza non accomunabili – che se poste a contatto sono in grado di favorire collaborazioni di inaspettato valore. Parliamo di progetti che si fondano sull’intergenerazionalità, sulla convivenza tra soggetti appartenenti a età molto distanti tra loro, possiamo dire anagraficamente agli antipodi. L’esperienza insegna che, nel momento in cui questo accade, la diversità diventa una forma di arricchimento reciproco, che avviene in maniera spontanea e piacevole.
TERRITORIO
Eventi e Cultura
Semi di CURA
NEWSLETTER
Esiste un significato profondo nel lavoro di CURA e una ricchezza nascosta in RSA?
La newsletter
«Semi di CURA»
indaga questo e lo racconta ogni ultimo venerdì del mese.
Un Progetto intergenerazionale nato dalla collaborazione tra la scuola superiore del Bazoli Polo di Desenzano e la Fondazione Casa di Soggiorno per Anziani Onlus di Bedizzole (BS), che si è concretizzato nello sviluppo di un Project Work sull’invecchiamento e sull’anziano, passando per le risorse e le fragilità di questa specifica fase della vita.
Dall’idea al project work
La collaborazione tra la scuola superiore Bazoli Polo di Desenzano e la Fondazione Casa di Soggiorno per Anziani Onlus di Bedizzole (BS), è nata grazie all’impegno congiunto della dottoressa Francesca Fabbri (psicologa) che negli anni passati aveva già lavorato con loro attraverso la tematica dell’invecchiamento attivo e dell’attività sportiva negli anziani.
Grazie a questo collante e alla disponibilità incontrata con le professoresse Elena Conti e Stefania Nicolosi dell’istituto superiore Luigi Bazoli – Marco Polo di Desenzano, tale conoscenza si è potuta concretizzare in un entusiasmante project work, il cui focus principale è stato l’invecchiamento e il mondo dell’anziano con le sue risorse e con le sue fragilità.
Primo incontro intergenerazionale: la RSA presentata agli studenti
Le fasi del progetto hanno previsto due momenti di incontro, ovvero due momenti formativi che si sono tenuti nel bellissimo auditorium del Bazoli Polo di Desenzano del Garda.
Venerdì 1° marzo 2024 Massimo Paderno, direttore dei servizi sanitari della RSA di Bedizzole, Stefania Bonini, educatrice, e Luisa Ledda, Operatrice OSS, hanno coinvolto – nel corso di un’appassionante esposizione – gli studenti delle classi terze che hanno partecipato al progetto.
Insieme a loro hanno partecipato alcuni dei residenti della Casa per Anziani di Bezzole, che con alcune loro testimonianze hanno sia divertito sia commosso l’intera platea di giovani.
Secondo incontro: presentazione dei project work
Nel secondo momento, che si è svolto venerdì 8 Marzo, sono stati gli studenti del Bazoli Polo a prendere parola, e per esporre e presentare i lavori messi a punto nella settimana dedicata al progetto.
I lavori del project work hanno avuto un focus specifico richiesto dalla equipe psico-educativa della RSA di Bedizzole, e in particolare si sono concentrati sulla stimolazione cognitiva e sensoriale rivolta ai residenti della struttura.
I prodotti finali hanno ricevuto il plauso e un’accoglienza molto positiva – per l’originalità e per la cura con cui sono stati sviluppati – da tutto il personale della RSA presente all’incontro.
Progetti intergenerazionali per una nuova concezione della vecchiaia
Promuovere l’invecchiamento attivo della popolazione anziana e limitare l’isolamento sociale sono gli obiettivi verso cui si muovono alcune politiche sociali messe in atto negli ultimi anni, e promosse attraverso vari strumenti. Primi fra tutti i progetti intergenerazionali.
Tali progetti partono da ricerche sociologiche che analizzano il cambiamento sociale e antropologico in atto non solo nel nostro Paese, ma a livello internazionale.
Il progressivo invecchiamento della popolazione comporta un cambio di prospettiva rispetto alla vecchiaia, che non è più vista come una fase stagnante e passiva della vita, ma – al contrario – come un periodo che può essere vissuto in maniera appagante, in cui la persona può ancora apportare il proprio contributo alla società.
I progetti intergenerazionali hanno lo scopo di creare relazioni tra le generazioni. Anziani, insieme a giovani e giovanissimi possono stabilire un contatto attraverso progetti pensati per favorire la solidarietà e il benessere dei soggetti coinvolti, che possono trarre arricchimento reciproco da questi momenti di condivisione.
Contrastare gli stereotipi e l’isolamento sociale
Gli anziani stanno assumendo un ruolo diverso nella società. Un cambiamento che, vista la rapidità e la portata, richiede una attivazione concreta da parte delle istituzioni, al fine di indirizzare al meglio un potenziale che altrimenti andrebbe sprecato.
Esistono diverse tipologie di progetti e attività che promuovono l’intergenarazionalità ovvero la solidarietà tra generazioni. L’obiettivo è quello di migliorare la salute, l’indipendenza della persona anziana attraverso percorsi che ne favoriscano l’inclusione sociale.
L’anziano integrato nella società è una persona che ha vissuto e che mette a disposizione tutto il suo sapere, senza che vada disperso.
Contro gli stereotipi, la paura e l’indifferenza.
La diversità come forma di arricchimento reciproco
Un progetto intergenerazionale si fonda su un’idea di convivenza che valorizza le diversità come forma di arricchimento reciproco.
Ci sono realtà – all’apparenza non accomunabili – che se poste a contatto sono in grado di favorire collaborazioni di inaspettato valore. Parliamo di progetti che si fondano sull’intergenerazionalità, sulla convivenza tra soggetti appartenenti a età molto distanti tra loro, possiamo dire anagraficamente agli antipodi. L’esperienza insegna che, nel momento in cui questo accade, la diversità diventa una forma di arricchimento reciproco, che avviene in maniera spontanea e piacevole.