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“Conosciamoci” è il progetto di Casa San Giuseppe di Vimercate pensato per costruire fin dalle prime fasi la fiducia coi familiari e per personalizzare l’accoglienza in RSA

A cura di Rita D’Alfonso (psicologa psicoterapeuta) e Anna Molteni (Educatrice)


Un cambiamento importante: l’ingresso in RSA


L’ingresso in RSA può costituire per gli anziani e i familiari un momento difficile per molteplici motivi, legati alle storie personali e ai legami affettivi e di attaccamento sviluppati nel corso del tempo. Per affrontare nel modo migliore questo delicato passaggio può essere molto utile non solo conoscere la qualità dell’ambiente e dei servizi offerti dalle RSA, ma anche stabilire legami di fiducia con gli operatori. Infatti uno dei fattori più importanti di resilienza nei cambiamenti è proprio la fiducia, che si può acquisire attraverso l’informazione, la conoscenza, la relazione.


La fiducia coi familiari


La fiducia è alla base di qualunque rapporto terapeutico e psicoterapeutico, contribuisce alla compliance tra medico e paziente, aiuta ad accettare percorsi di cura e riabilitazione lunghi e talvolta dolorosi. Ma la fiducia è anche elemento fondante del percorso evolutivo in una prospettiva life span, dall’accettazione del bambino di compiere i passi verso l’autonomia, alla costruzione nella giovinezza di legami di coppia fondati sull’amore e la fedeltà, fino alla ricerca della protezione da parte delle figure di riferimento nell’età anziana.

Il progetto


Proprio da queste considerazioni è nato presso la RSA Casa Famiglia San Giuseppe di Vimercate il progetto “Conosciamoci“, avviato al termine del 2021, dopo la positiva esperienza delle relazioni a “distanza” con utenti e familiari, tenute nel corso dei periodi di emergenza sanitaria nel Centro Diurno.

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Infatti soprattutto in un periodo come questo, contrassegnato dalla difficoltà ad accogliere i familiari in RSA, può acuirsi il disagio nel “lasciar andare” il proprio caro in una struttura residenziale. Diventa perciò importante consentire un percorso di conoscenza reciproca tra operatori, familiari, soggetti anziani, volto a permettere la riduzione dell’ansia e a acquisire elementi utili per la personalizzazione dell’accoglienza.

La finalità


La finalità generale del progetto è quella di fornire supporto ad anziani e familiari, prima dell’ingresso in RSA, attraverso l’instaurarsi di una relazione di fiducia coi familiari, con gli operatori, soprattutto del servizio psico socio educativo, per superare stereotipi e luoghi comuni legati alla vita in una RSA e consentire maggiore serenità durante l’inserimento.

Gli obiettivi


• Approfondire da parte degli operatori la conoscenza delle difficoltà incontrate dai familiari e dai soggetti anziani nell’accettare l’inserimento in RSA;
• Rispondere in modo personalizzato a domande, dubbi, incertezze espresse dai familiari;
• Accogliere in modo validante gli stati emotivi e di eventuale sofferenza legati ai percorsi di caregiving da parte dei familiari;
• Accompagnare i familiari ad accettare e conoscere una malattia come la demenza, nelle diverse fasi e manifestazioni;
• Supportare la fiducia nella possibilità di mantenere la relazione con il proprio caro anche nelle strutture residenziali;
• Fornire ai familiari riferimenti personali in alcuni specifici operatori che svolgano il ruolo di supporto e di mediazione con le altre figure professionali.

Attività e metodi


Il Servizio Psico Socio Educativo (psicologhe e educatrici) riceve le segnalazioni della Direzione di eventuali possibili casi problematici, che possono andare incontro a criticità nell’ingresso, con elevata sofferenza dell’anziano e dei familiari. Inizia perciò il percorso di supporto e accompagnamento, che consente di approfondire la conoscenza reciproca, comprendere i motivi del disagio, fornire suggerimenti e aiuto. Una volta attuato l’ingresso gli operatori coinvolti restano punti di riferimento per i familiari anche durante i primi mesi di ambientamento.

Un caso reale


Si tratta dell’ingresso in nucleo protetto di una signora con una demenza di grado moderato che a domicilio rifiutava badanti ed era assistita da una figlia, con cui aveva rapporti difficili; la figlia aveva dovuto lasciare la sua famiglia trasferendosi dalla madre. La conflittualità tra le due era molto alta, mentre molto limitata era la comprensione e l’accettazione della malattia della signora.

L’ingresso in RSA era vissuto in modo ambivalente: da un lato come un sollievo, dall’altro con sensi di colpa. Il Progetto “Conosciamoci” è stato presentato e accettato dalla figlia e sono iniziati prima dell’ingresso ormai imminente una sequenza di interventi virtuosi (colloqui telefonici, video chiamate, scambi di messaggi…) che hanno permesso di fornire vicinanza emotiva, di accompagnare il distacco, superando diffidenze, realizzando un’accoglienza positiva e curata. A distanza di un mese proseguono contatti personalizzati con i familiari da parte delle diverse figure professionali, di area sociale, psicologica e medica.

Altri progetti dalla Casa Famiglia San Giuseppe: “Le storie di vita degli anziani: come farle emergere in modo creativo con l’aiuto della natura“. Un progetto psico-socio-educativo attuato con gli anziani dell’RSA per scoprire la potenza del patrimonio culturale attraverso la natura di cui abbiamo parlato su Rivisita CURA online.


Il tema della costruzione di fiducia coi familiari sarà al centro del workshop “Creiamo fiducia: strategie per una buona relazione fra operatori e famiglie” che si terrà al Meeting delle Professioni di CURA 2022, organizzato da Editrice Dapero, il prossimo 7 aprile e che sarà tenuto da Rita D’Alfonso, Cinzia Siviero, Angela Di Giaimo e Laura Ferro.

Scopri di più sull’evento e sul programma appena pubblicato: https://www.editricedapero.it/richiesta-iscrizione-workshop/

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