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«Professionisti di RSA: figli di un dio minore?» è il titolo della diretta Facebook dello scorso 10 giugno ed è anche il titolo del numero 10 della rivista CURA cartacea, in uscita questo mese. Abbiamo dedicato l’incontro e il numero a tutti i professionisti sociosanitari che si sentono professionisti di serie B, chiedendoci: come possiamo comunicare meglio la nostra identità?

Sarà capitato a tutti i professionisti di RSA, o in generale a coloro che si occupano di assistenza all’anziano, di non sentirsi adeguatamente riconosciuti o valorizzati per il ruolo che svolgono.

Da un’indagine che abbiamo fatto fra le varie professioni sociosanitarie, emerge universalmente – dagli OSS, agli educatori, ai dirigenti, agli infermieri – un sentimento di frustrazione che produce non solo insoddisfazione personale, ma anche uno stato di impotenza che ci impedisce, come settore, di costruire un’identità unica e determinata.

Ecco perché abbiamo voluto approfondire i profili di ogni professionista, per conoscere le reali mansioni, le gioie, i dolori, i confini di ciascuna professione anche in rapporto alle altre dell’équipe di cura.

Ci siamo chiesti singolarmente e come settore “chi siamo davvero?”, “è utile vedersi come professionisti di serie B o come le sorellastre e i fratellastri dei nostri colleghi che lavorano, ad esempio, nei reparti ospedalieri?”

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Siamo da meno rispetto alla sanità, oppure Siamo solo diversi?, come suggerisce l’editoriale di Giulia Dapero del nuovo numero di CURA in uscita a giugno.

Abbiamo discusso di questi temi in un incontro in diretta Facebook, dalla pagina di CURA, insieme ad Angela Di Giaimo (Consulente organizzativo, docente e formatrice), Giulia Dapero e Adriana Tidona della casa Editrice Dapero.

Il nostro obiettivo era raccontare il lavoro di indagine che Angela e Giulia hanno compiuto per il dossier del numero 10 di CURA, interamente dedicato alle interviste ai professionisti di RSA, sia per riportarne i risultati, sia per chiedere alle persone presenti di aiutarci a completare il quadro di ritratti e capire insieme quali strumenti possiamo trovare per raccontarci meglio al mondo fuori.

La diretta integrale del 10 giugno


CURA N 10: in arrivo a giugno il nuovo numero con le interviste sul dossier

I professionisti di RSA citati nell’intervista sono i protagonisti delle interviste che sono state pubblicate sul dossier di CURA N 10. Ecco qualche anticipazione del numero:


In anteprima l’editoriale: Siamo solo diversi

Raccontare meglio al mondo la nostra identità

Sarah è una giovane donna chiusa nel suo silenzio. Vive in un istituto per sordi da quanto era bambina e non ha mai voluto imparare a parlare.

Un bel giorno arriva presso l’istituto un logopedista di nome James: un professionista appassionato che fa di tutto per aiutare i ragazzi sordi a imparare la lingua dei suoni, ovvero la nostra lingua.

La sua ostinazione fallisce solo di fronte a Sarah, dalla quale imparerà che anche la lingua dei segni ha un valore. James scoprirà che il mondo dei suoni non è per forza meglio del mondo del silenzio: sono solo diversi.

Questa è la storia di un film del 1986, il cui titolo coincide con la domanda con cui abbiamo scelto di aprire questo numero di CURA: Figli di un dio minore.
Sarah e le altre persone che comunicano attraverso la lingua dei segni non sono da meno rispetto a chi utilizza la parola. Allo stesso modo, anche noi che operiamo nel settore sociosanitario non siamo da meno rispetto, per esempio, al settore sanitario: siamo solo diversi.

Questa diversità va protetta, ma prima ancora va capita e narrata nel modo corretto. Se c’è dunque una domanda più profonda che come professionisti di RSA dobbiamo porci, essa non riguarda di quale dio siamo figli.
Se vogliamo andare alla radice della questione, chiediamoci se mai: qual è la nostra identità e come possiamo raccontarla meglio al mondo?

Giulia Dapero



I ritratti dei professionisti intervistati

Come mi vedono vs come sono; come è percepito il mio ruolo vs come è davvero; la mia realtà vs il mio sogno: ecco quali scarti di percezioni e visioni sono emerse dalle interviste.


Nuovi ritratti:

CURA N 10 non ha la pretesa di aver esaurito tutte le professioni possibili. Se anche voi volete “specchiarvi” e donarci il vostro ritratto come professionisti di RSA, saremo ben lieti di sapere cosa pensate e come vi vedete.

Potete decidere di raccontarci come sentite il percepito dall’esterno e come sentite quello interno, il vostro ruolo, il vostro sogno sognabile di professionista e dirci anche come immaginate la RSA nel futuro.

Raccoglieremo le vostre testimonianze e le pubblicheremo qui su rivista CURA online. Scriveteci su info@editricedapero.it.


Last but not least, continueremo a parlare di ritratti, professionisti e futuro anche sulla pagina Facebook di CURA: andate a scoprirla!
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